Salvatore Scarpitta
Salvatore Scarpitta, nato a New York nel 1919 da padre italiano, uno scultore stabilitosi negli Stati Uniti nel primo decennio del Novecento, e da madre di origine russo-polacca, cresce a Hollywood dove la famiglia si trasferisce alcuni mesi dopo la sua nascita. In California, fin dall’adolescenza Scarpitta ha modo di coltivare una particolare passione per le gare d’auto e per il mondo che le circonda. Si reca spesso, infatti, a Los Angeles, al circuito della Legion Ascot Speedway in Boyle Heights, per osservare le corse e conoscere piloti famosi come Frank Lockhart, Ernie Triplett e molti altri che esercitarono su di lui uno straordinario e duraturo fascino. Scarpitta compie gli studi secondari a Hollywood fino al 1936, anno in cui decide di partire per l’Italia e iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma nel 1940. Durante la seconda guerra mondiale partecipa alla resistenza italiana come elemento di collegamento con l’Esercito americano, in seguito si arruola nella Marina americana e dopo il congedo nella primavera del 1946 a San Pedro, California, ritorna in Italia per stabilirsi a Roma.
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La sua attività artistica inizia con successo a Roma, dove nel 1948 partecipa alla Quadriennale e l’anno seguente tiene la sua prima personale alla Galleria Chiurazzi. Negli anni Cinquanta espone in mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti ed è invitato alle edizioni della Biennale di Venezia del 1952, 1956 e 1958. Nel 1958 espone per la prima volta le tele estroflesse e i lavori con le bende in tensione alla Galleria La Tartaruga di Roma. Questi lavori portano una ventata di fresca originalità nel mondo artistico romano e stimolano numerosi artisti italiani e non solo. Nel 1958 Scarpitta incontra a Roma Leo Castelli che lo invita a esporre presso la sua galleria a New York; per questo motivo, nel dicembre del 1958, ritorna negli Stati Uniti dove nel gennaio successivo espone i lavori con le bende alla Leo Castelli Gallery. Questa mostra segnerà il punto di partenza di un proficuo rapporto di lavoro e amicizia tra Leo Castelli e l’artista, documentato dalle numerose mostre personali e collettive a cui Scarpitta partecipa nei decenni successivi, l’ultima delle quali è inaugurata nel gennaio 1998, per celebrare i quarant’anni di attività della galleria.
Agli inizi degli anni Sessanta, Scarpitta costruisce due auto da corsa, Rajo Jack e Hal Special, che espone nel 1965 alla Leo Castelli Gallery. Nel 1969, nella seconda mostra di auto presso la Leo Castelli Warehouse sulla 108ª strada a New York, Scarpitta presenta cinque auto da corsa, tra cui Ernie Triplett Special e Railduster. Tra l’autunno del 1973 e la fine del 1974 Scarpitta lavora alla costruzione delle prime slitte, che espone nel gennaio 1975 alla Leo Castelli Gallery. Nell’estate del 1985 realizza nel suo studio garage di Baltimora, nel Maryland, uno dei sogni di gioventù: un’auto da corsa (Dirt Track Racer) perfettamente funzionante, che l’anno seguente, con il sostegno di Leo Castelli, scenderà sulle piste di terra battuta del Maryland e della Pennsylvania per competere con i maggiori campioni del momento. Dagli anni Cinquanta ad oggi le opere di Scarpitta sono state presentate in numerose esposizioni in Europa e negli Stati Uniti. Nel 1985 il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano organizza una sua personale in cui sono esposte opere datate dal 1958 al 1985. Nel 1993 l’artista è inivato alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nell’aprile del 2003 gli è assegnato il Premio Guglielmo Marconi per la Pittura. Le opere di Scarpitta sono presenti in numerosi musei americani (Whitney Museum, New York, Museum of Modern Art, New York), ed europei (Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino, Museo del ‘900, Milano, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Trento e Rovereto). Nel 2005 è pubblicato il catalogo generale delle sue opere, a cura di Luigi Sansone, editore Gabriele Mazzotta.
Scarpitta muore a New York il 10 aprile 2007.